Villaggio Leumann. Vivere la storia.

Gli anni ´70: tramonto dell´era industriale.

28.07.2010 14:18

Furono anni travagliati a cui si aggiunse nel 1972 la crisi del Cotonificio Leumann. Il borgo operaio “Leumann” voluto e costruito da Napoleone Leumann era in ginocchio per la volontà della proprietà di chiudere la fabbrica.

Una crisi di notevole entità per il comune di Collegno, in quanto le famiglie degli operai si trovavano contemporaneamente senza stipendio ed abitazione, poiché la proprietà intendeva vendere anche il villaggio operaio ed effettuare così una speculazione immobiliare di notevole entità.


 

Ecco una breve cronologia di quell´epoca.


 

PERIODO 1956-1971

L'azienda è in pieno sviluppo, come dimostrano i risultati economici. La direzione segue una linea imprenditoriale poco chiara. La dirigenza afferma che il bilancio è in perdita, mancano chiarimenti in proposito (motivi interni, fuga di capitali?)

1971

La proprietà incarica un professore di sociologia (un certo De Montague) di preparare un piano di chiusura dell'azienda che viene approntato segretamente nel marzo. Le indicazioni prevedono di abbattere le case ed operare la lottizzazione dei terreni. Ufficialmente l'azienda continua a smentire la chiusura dello stabilimento, ma incentiva le dimissioni volontarie con un premio extra contrattuale.

AUTUNNO 1971

Si viene a conoscenza, per caso, del piano di chiusura, tra i lavoratori cresce la preoccupazione  vedendo l'esaurimento delle scorte e dei magazzini ed il blocco degli acquisti di materie prime. La proprietà nega categoricamente la dismissione dell´opificio, però agevola ledimissioni volontarie tra gli impiegati.

NOVEMBRE 1971

i lavoratori occupano per due giorni la fabbrica. La proprietà reagisce impegnandosi a mantenere in lavorazione il campionario. Comunica di aver intenzione di vendere l'azienda senza precisare i termini dell´operazione.

DICEMBRE 1971

Gli impegni sulla lavorazione del campionario non vengono mantenuti e l´attività va ad esaurimento. Si ha un incontro presso il Ministero del Lavoro dove la proprietà comunica ufficialmente la chiusura dell'azienda il 29/2/72 dopo aver esaurito anche le ultime lavorazioni.

GENNAIO 1972

Dopo due giorni di dibattito le maestranze occupano il cotonificio. L´ assemblea convoca all'interno della fabbrica tutti i referenti politici (Comune, Regione, parlamentari, Governo). La linea scelta comunemente è quella di far assorbire l'azienda della GEPI (la finanziaria statale). Continua una lotta serrata contro la proprietà, per far accettare la cessione della fabbrica. A livello governativo si assicura la massima disponibilità.

29 FEBBRAIO 1972

Il governo annuncia di aver dato disposizioni alla GEPI di intervenire in  modo prioritario nel settore tessile. In un comunicato del Ministero del Lavoro si precisa che tale decisione va riferita alla Leumann ed alcune altre aziende.

 

MARZO 1972

La proprietà invia il documento per la cessione dell'azienda alla GEPI. Termina l'occupazione degli operai, viene richiesta la cassa integrazione. Il termine del 29/2 per i licenziamenti è stato superato. Due mesi e mezzo di lotta hanno portato ad un primo risultato.

 

MARZO -GIUGNO 1972

 

I tecnici della GEPI affermano che l'azienda è sana. Anche a livello politico vengono date assicurazioni, perché siamo in periodo preelettorale. Si susseguono azioni di lotta e manifestazioni. Due scioperi di categoria dei tessili e dell'abbigliamento. La ripresa di un'azione articolata intercategoriale nella zona di Collegno.

La tensione è costante.

La Giunta regionale risponde una prima volta cacciando i lavoratori con la polizia dalla sede della Regione, mentre in una seconda occasione, davanti alla sede del consiglio Regionale la polizia carica i manifestanti causando feriti, contusi e fermati. Si stabilisce un braccio di ferro costante con la proprietà per evitare i licenziamenti. Sul fronte governativo cala il silenzio l'evasività, la politica del "muro di gomma".

 

GIUGNO 1972

 

L'azienda annuncia la decisione di operare tutti i licenziamenti per metà giugno. Il tentativo viene respinto, ma diventa definitivo per il 30 giugno. Il sindaco di Collegno Bertotti chiede aiuto a Giorgio La Pira che aveva dovuto affrontare una simile esperienza, quando era sindaco di Firenze. La requisizione degli stabilimenti avviene nella notte fra il 30 giugno ed il 1 luglio 1972. Bertotti scrive nel suo libro “…egli mi fornì tutte le indicazioni necessarie e perfino le copie delle delibere. La notte precedente il giorno in cui doveva intervenire la forza pubblica per l’evacuazione della fabbrica […];poco prima della mezzanotte, con la Polizia Municipale procedetti alla posa dei sigilli del Comune sulle porte e, d’accordo con le organizzazioni operaie, effettuai la requisizione davanti ad una folla enorme di lavoratori della fabbrica e di tutta la popolazione venuta perfino da Torino.”

 

 

LUGLIO 1972

 Nei giorni successivi viene comunicato da parte della proprietà che ci sono trattative con un gruppo tedesco interessato all'intervento pubblico e la disponibilità di sospendere i licenziamenti.

Si ottiene una prima dilazione dei licenziamenti fino al 23 luglio ed un acconto di cassa integrazione dalla proprietò che aveva bloccato i pagamenti. Viene pertanto revocata la requisizione dello stabilimento.

In un incontro al Ministero del Lavoro Dionigi Coppo, titolare del dicastero, garantisce il suo interessamento e l'applicazione della cassa integrazione fino a soluzione della vertenza.

 

AGOSTO 1972

 

In prefettura viene organizzato un incontro tra la proprietà e le organizzazioni sindacali, al fine di ottenere lo spostamento del licenziamenti, per tutti i prestatori di lavoro, fino al 12 agosto, con l'intento di aggangiarsi ai nuovi provvedimenti di cassa integrazione.

 

Fonti.

Davide Morra, Gemellaggi. Incontri di amicizia solidarietà e pace, Comune di Collegno, dicembre 2003 

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